DuemilaquattordiciIf you're going through Hell, keep going!
Un Articolo di Paolo "Crazy Horse"
Inizio anno per nulla scoppiettante, anzi. Dopotutto cosa mai potrebbe cambiare da un giorno ad un altro? I giorni si susseguono ordinati e puntuali e siamo noi che proviamo ad attribuirgli un qualche tipo di significato, una qualche tipo di magia...
Ma non c'è nessuna magia nel vedersi ancora incastrati in una bassa marea che tarda ad andare via. Colpa mia è chiaro. Sono io che guido questa bagnarola ed io che imposto la rotta, nel bene e nel male. E sono anche io che do un certo valore a determinate cose.
In certi istanti mi sembra di essere quasi fuori luogo, tanta è la mia lontananza verso certi atteggiamenti, certi modi di fare.
Ieri sera, dopo i 1300 km di sgroppata attraverso l'italico stivale, mi stavo finalmente gustando la lasagna della mamma (che meriterebbe un post a parte!) e distrattamente ascoltavo "otto e mezzo" su La7.
Dal titolo "il sesso che verrà" si parlava della emancipazione delle donne e dell'attuale rapporto che i giovani hanno con ciò che fa girare il mondo e su cosa sia diventato ai giorni nostri. Qui scopro il termine narcinismo, un neologismo frutto dell'unione delle parole narcisismo e cinismo. In poche parole l'ospite in studio, il prof. Massimo Recalcati, psicoanalista, spiega come al giorno d'oggi imperi questa particolare condizione, nella quale il cinismo, quindi l'interesse esclusivo per il proprio godimento sovrasti in qualche modo il desiderio, sentimento positivo e costruttivo. In altri termini è come se ciascuno pensasse a se stesso ed al godimento immediato tagliando via tutto quello che ruota intorno all'amore, ai sentimenti ed appunto al desiderio.
Udito ciò (e sentendomi un po' meno solo a questo mondo...) ho cominciato a tendere l'orecchio in maniera più insistente e sono le parole di Lidia Ravera, scrittrice, a lasciare nuovamente il segno:
"[...] io penso che il desiderio debba essere un po' più strategico, cioè misurarsi col limite, se non c'è un limite, se non c'è una regola, se non c'è una difficoltà, anche maturare un desiderio diventa molto difficile. Noi non viviamo in un epoca storica di desideri, dove vince il desiderio. E semmai il consumismo ecco, il consumismo delle sensazioni. Il consumismo è un po' come una droga, bisogna sempre aumentare i consumi per riuscire a trovare un succedaneo di soddisfazione [...]".
Senza scendere in moralismi inutili credo che in fondo sia proprio intorno a questi concetti che ruota il tanto, troppo malessere che vedo in giro e da qualche tempo anche in me (discorsi economico/politici a parte che pure hanno il loro bel peso).
Ho visto e vedo tutt'ora consumatori insaziabili di emozioni, egoisti fin dentro l'animo, incuranti dei sentimenti altrui pur di accedere famelici a minuti di niente perché è esattamente quello che rimane alla fine dei giochi. Niente.
E' come se fossimo schegge impazzite, senza più regole, la maggior parte senza famiglie solide, senza esempi validi da seguire, limiti entro cui stare. Limiti che non devono essere percepiti come gabbie ma bensì come pilastri della propria esistenza. Pilastri in grado di reggere e di sostenere noi stessi e chi verrà dopo di noi. Oltre che miopia nella politica sembra che la degenerazione oculare abbia colpito anche i cuori delle persone...
Ma in fondo questi sono solo pensieri scaturiti da personali vicissitudini. Un polpettone di parole che forse un vero senso nemmeno ce l'ha. Abbiate pietà, scrivere in un certo senso esorcizza. Certo è che se continuo così dovrò cambiare il titolo del blog in qualcosa di più adatto!
Ed è quindi in questa bassa marea che la navigazione stessa perde un po' senso ed obbliga a farsi certe domande e certe considerazioni. Di risposte ovviamente neanche l'ombra.
Scrutando me stesso scopro però un cambiamento nel mio carattere... ho provato così tanta sofferenza che di fronte a molte cose del quotidiano reagisco con una inaspettata pacatezza (sportellata della signora all'Autogrill a parte...). Mi sembrano così stupide ed infantili certe discussioni o certi accadimenti che semplicemente ne rimango distante... quasi fossero cose troppo banali per meritare un mio vivo interesse.
Sinceramente non so se sia una cosa positiva o negativa. Se da un lato mi dona "saggezza", dall'altro mi rende "distante" e "freddo".
Correre e quindi allenarsi in questo marasma, non nego sia stato davvero complicato. Le vacanze comunque hanno portato quel breve ma piacevole scompiglio anche se purtroppo non sono per nulla servite a scacciare le ansie notturne che oramai da settimane mi impediscono di riposare come si conviene.
Solo 7 gli allenamenti in 15 giorni, per lo più composti da lunghi e medi ed un'unica qualità in pista (gli event-run). Non tanti ma nemmeno pochi... diciamo che in qualche modo ho mantenuto acceso il motore.
Sarà la crisi dei trenta(due) anni o che so io, in ogni caso bisogna andare avanti e cosa più importante, sempre a testa alta.
Keep going!
metti da parte questi pensieri e inizia a correre come hai sempre fatto, sicuramente la corsa ci regala emozioni forti che offuscano i piccoli problemi quotidiani della vita. Go!
RispondiEliminametti da parte questi pensieri e inizia a correre come hai sempre fatto, sicuramente la corsa ci regala emozioni forti che offuscano i piccoli problemi quotidiani della vita. Go!
RispondiEliminaSicuramente...quando corro mi sembra di volare, c'è poco da fare.
RispondiEliminaIn fondo quanto ho scritto ha forse poco senso. Dopotutto ognuno ha le sue personalissime regole in questo grande gioco che è la vita e non sta a me certo giudicare le vite altrui. Devo solo trovare qualcuno (meglio qualcuna eh eh) che vagamente la pensi come me...
...e nel frattempo, keep running!
io a 8 1/2 di la7 preferisco 8:30 dei weather report.
RispondiEliminaluciano er califfo.
http://www.youtube.com/watch?v=7AtWM6Zlzq8