Trofeo Monte Chabertonuna giornata da guerrieri!
Da dove iniziare quella che è stata una vera e propria epopea personale. Dove trovare l'attacco, le parole, per descrivere quattro lunghe ore di corsa e le altre, di contorno, ore non meno importanti che soffici hanno avvolto l'attesa e poi il meritato riposo.
Inizierei dall'autostrada, quella Torino - Cesana guidata col sole alle spalle, strada che si incunea nella val di Susa tra i giganti di pietra delle Alpi Cozie. I pensieri viaggiano insieme a me, leggeri e quando scorgo lo Chaberton, inconfondibile per la sua punta mozza, sorrido... pensare che tra poche ore sarò lassù mi regala serenità e non mi curo della fatica o dello sforzo che presumibilmente impiegherò, bensì penso a quanto sono fortunato a stare partecipando ad un evento del genere.
Cesana, parcheggio velocemente per fortuna, e mentre scendo dall'auto osservo intorno a me altri atleti che lenti fanno la loro comparsa in quella che a naso sento di essere una grande giornata. Mi incammino lemme verso il centro assaporando l'aria frizzante dei paesi montani alle prime luci del giorno. Il termometro d'altronde dice 14°C, ma sentire il freddo sulla pelle delle braccia e gambe non nego mi piaccia, è come sentire la carezza dei monti. Arrivo all'ufficio turistico, salgo le scale e ritiro il mio pettorale e felpa (pacco gara davvero gradito!) che vuoi per i 14°C di cui sopra, vuoi per il fatto che indossarla mi marchiava come atleta della gara, fatto sta che in men che non si dica fa parte del mio vestiario.