Oggi i 40 minuti di lento mi hanno lasciato la mente libera di pensare...forse come non accadeva da un po’ di tempo. Quaranta minuti...otto chilometri circa...praticamente nulla...
Praticamente tutto il giorno che decisi di iniziare a correre, di farlo con costanza, di impegnarmi, per raggiungere qualche obiettivo, che poteva essere il vivicittà, un tempo particolare o semplicemente una distanza. Lo facevo per sentirmi vivo, lo facevo per passione verso lo sport e verso quanto di più naturale possa esistere per l’uomo...correre!
Praticamente tutto il giorno che decisi di iniziare a correre, di farlo con costanza, di impegnarmi, per raggiungere qualche obiettivo, che poteva essere il vivicittà, un tempo particolare o semplicemente una distanza. Lo facevo per sentirmi vivo, lo facevo per passione verso lo sport e verso quanto di più naturale possa esistere per l’uomo...correre!
Il primo allenamento registrato dal garmin è datato 25 gennaio 2008. Chiusi la distanza di 8 Km a 6’/Km con una fc media di 177 bpm! Nessuno nasce atleta a quanto pare :D
Il “fai da me” durò per un po’ di mesi, nei quali cercai di seguire tabelle più o meno azzardate, tutte rigorosamente scaricate da internet. Mi imponevo di raggiungere obiettivi praticamente impossibili e fuori da ogni logica e possibilità. Dopo qualche risultato positivo arrivavo sempre ad un punto morto. Mi bloccavo. I muscoli non rispondevano più. Piccoli e grandi acciacchi e le prestazioni calavano. Il morale non ne parliamo.
Ad agosto arrivò come un fulmine a ciel sereno l’eclettico Califfo! Era entusiasta dei miei tempi nonostante fossero ottenuti da un caos di allenamenti incredibili e soprattutto accadeva un qualcosa di nuovo...credeva in me. (quanto ho desiderato un momento del genere!! E quì si potrebbe tirare fuori il discorso dell’educazione fisica durante le scuole superiori...che vergogna!) Ero lusingato di cotanto interesse e per un po’ seguì i suoi dettami.
Poi arrivò settembre e con esso il trasferimento a Milano per lavoro. I successivi mesi mi hanno visto allontanarmi dalla corsa sempre più...settembre 2008 infatti conta solo 94Km, ottobre zero assoluto, novembre è il mese di una timida ripresa con 53Km, poi dicembre 36Km e gennaio 40. Nonostante avessi tabelle ad hoc non trovavo il tempo (solo una scusa...il tempo c’è sempre stato!) di allenarmi, di portare il mio sedere fuori di casa.
A dicembre il Califfo mi mandò ufficialmente a quel paese :D!
E’ a quel punto che scattò qualcosa in me...
Febbraio mi vide percorrere in autonomia 167Km, 125 a marzo e ben 174 ad aprile! Mi misi di puzzo buono a macinare chilometri nel freddo di Milano con temperature non sempre gradevolissime! Alle 19:00 si scendeva (e si scenderà purtroppo...) anche sotto zero nel buio pesto del parco! La determinazione mi accompagnò fino a quel 19 di aprile nel quale feci il capolavoro fiorentino!
Subito dopo ricominciò o per meglio dire, iniziò, l’era del Califfo!
Tabelle su tabelle, consigli su consigli e anarchia addomesticata a suon di cazziatoni misti a tonnellate di pazienza e consigli. Una bibbia di sapere sportivo. Un teorico dell’allenamento. Un guru del mezzofondo! La pietra che ero si stava smussando. Cominciavo a capire l’importanza di metodo, ne vedevo i frutti, i benefici sul mio corpo. Tutto era un orologio. Era palese la fortuna che mi era capitata nell’incontrarlo. Da parte mia dovevo solo fare ciò che mi si chiedeva di fare. Dovevo solo correre, non più alla katzen ma con metodo. Tutto quì...niente altro.
I risultati li abbiamo visti insieme amici... In soli due mesi sono passato dall’1h33’10’’ di Firenze, all’1h29’00’’ di Roma. 4 minuti e dieci secondi!
E torniamo ad oggi, agli 8Km a 5’ che ora rappresentano un lentissimo “massaggiante”. Mi capita spesso di parlare con amici scettici. I soliti amanti del pallone (guardato in tv!! Ben inteso! Neanche praticato..) che non capiscono il motivo di tanti sforzi se dopotutto Bekele corre a 2’30’’. Vagli a spiegare come stanno le cose...lo percepisci profondamente che l’atletica viene considerata sport minore, da “sfigato” quasi, come più volte ha giustamente sottolineato il mister in varie discussioni. Le cause sono molteplici e tutte di cultura.
Cosa ci spinge allora a praticare uno sport nel quale durante un allenamento in strada la migliore cosa che possa capitarti è che non ti capiti nulla (altrimenti becchi i soliti che ti paraculano!) questo rimane un mistero! O forse no...più volte mi sono chiesto: “ma perchè corri? Cosa vuoi dimostrare??”. Forse ve lo sarete chiesti in tanti anche voi. Anzi sicuramente e ne abbiamo anche discusso su diversi blog. Beh...se prima correvo per iniziare, per stare bene...adesso corro per migliorare e per vincere.
Sembrerà strano ai più ma per quanto mi riguarda ho voglia di agonismo. Anche quì le cause sono molteplici...ho perso pezzi per strada, pezzi importanti ed è in questi casi forse che tiri le somme. L'agonismo rappresenta sfida ed è quello di cui ho bisogno, è voglia di dimostrare, è forza pura, è tenacia a denti stretti, è sudore copioso dalla pelle, è vittoria quando la si vive nel modo giusto ed è quindi quasi mai sconfitta. Agonismo è sprintare spalla a spalla, sentire il sangue nelle vene che corre veloce, è tagliare il traguardo sapendo di aver dato il massimo! Offrire il meglio di te al tuo avversario che batterai o che ti batterà, ma con onore! Agonismo è darsi il cinque dopo l'arrivo...
Ci ho pensato spesso e credo che queste siano le motivazioni principe che mi portano ad allenarmi 5 volte a settimana e che non mi faranno cedere di un solo centimetro questo inverno. Il mister lo sa, ho voglia di raggiungere il massimo che il mio fisico è in grado di fare. Ho voglia degli scatti finali nei quali ci si gioca tutto e niente! Ho voglia di vedermi sempre più veloce e non grazie a bustine o alchimie strane ma grazie alle migliaia di chilometri che ancora mi attendono sull’asfalto.
Questo per me credo sia il tempo di osare di più, arriverà inevitabile il tempo nel quale dovrò trovare altre motivazioni, altri obiettivi. Ma non ora. In sostanza il mio pensiero attuale è che ci sarà sempre qualcuno più veloce di me ma l’intento è quello di stargli molto molto vicino ;)
la parte finale te la sottoscrivo in pieno. Lì sotto potrebbe esserci scritto Mathias. Anche io ho voglia di agonismo e di migliorare in questa stagione di vita. Destino comune ci ha fornito un consigliori (per te Califfo, per me Ugo in primis, ma lo stesso Luciano è dietro tanti piccoli miei dettagli..vedi quello che mi ha insegnato e insegna con il potenziamento e gli allenamenti condotti sotto il suo occhio!)
RispondiEliminaps:secondo me l'agonismo inteso come voglia di tirare fuori quello che il corpo può esprimere non si spegne mai. Bisogna solo accettare, questa sarà la naturale evoluzione che non sempre potremo farlo andare così. Anche un Paolo cinquantenne, ipotizzo, è autorizzato a dare il cento per cento di sè in una gara..non vorresti comunque sanamente competere con i pari categoria e sverniciarli?!!
Questopost è un inno allo Sport con la S maiuscola: mi hai emozionato.
RispondiEliminaGrazie Stefano!
Con un pò di ritardo ma benvenuto nella pianura padana e zone limitrofe......dove quando cala la nebbia e aumenta il freddo non sempre è facile trovare gli stimoli per uscire a correre dopo il lavoro..ciao
RispondiEliminaBello! Davvero Bello!
RispondiEliminaScrissi qualche settimana fa "per me gli stimoli sono tutto" ...
All'inizio non avevo capito bene cosa intendessi per "agonismo" e "vincere" ...poi ho capito e sottoscrivo :)
hai scritto un'"ode all'atletica"!
RispondiEliminapiccole precisazioni:
1)l'1h33 di firenze l'hai ottenuta anch'essa seguendo un mio semplice e introduttivo schemino...
2)la metafora della pietra grezza e dello scultore rende troppo merito a me e troppo poco a te, senza un ottimo marmo di carrara non si fa una bella scultura.
ma (lo dico in generale e a tutti) non investiamo MAI tutto su una cosa (o una persona), non facciamo l'errore opposto di far diventare l'atletica una "chiesa", manteniamo sempre NOI il controllo e il dominio.
luciano er califfo.
@Mathi: ci puoi contare!
RispondiElimina@Micio e Lucky: Thanks!
@Insane: vero..ma talvolta le situazioni estreme ti fanno sentire ancora più vivo! (nebbia, neve, gelo...chi li ha mai visti a Lecce!)
@Mister: L'atletica si merita questo e altro...riguardo le precisazioni:
1)vero...nonostante il pc rotto avevo con me una copia cartacea della tabella che mi avevi fatto. La seguì scrupolosamente..
2)mi raccomando, non ti fermare con lo scalpello e attenzione alle parti basse! :D
Riguardo al resto ogni commento è banale al confronto. Grazie di tutto..
"non investiamo MAI tutto su una cosa (o una persona), non facciamo l'errore opposto di far diventare l'atletica una "chiesa", manteniamo sempre NOI il controllo e il dominio"
RispondiEliminahai scritto parole sante (è un ossimoro voluto ;-)) Luciano. A volte però ci si fa prendere troppo dalla passione e si ragiona poco con la testa!
micio,
RispondiEliminaho detto quello non perchè consideri in assoluto sbagliato consegnarsi anima e corpo a una passione, ma perchè se malauguratamente il vento cambia... poi so' dolori!
bisognerebbe considerare una passione come dovremmo considerare una donna: con interesse, impegno, dovere, piacere, ma sempre mantenendo un minimo di distacco e autonomia... una via di fuga nel caso cadesse una frana.
insomma: mai considerarsi "un solo corpo e un solo spirito".
er califfo.
ci stai dando dentro alla grande! talvolta basta solo un pizzico d'autostima in più, anche se indotta.... ;)
RispondiElimina@Califfo: forte..ci stilli perle di saggezza quale coltivare amori (passioni) a tutto campo..
RispondiEliminaQuesto post mi era sfuggito... Sicuramente tutti quelli che partono da un "Il primo allenamento registrato dal garmin è datato 25 gennaio 2008. Chiusi la distanza di 8 Km a 6’/Km con una fc media di 177 bpm!", non arriveranno a "In soli due mesi sono passato dall’1h33’10’’ di Firenze, all’1h29’00’’ di Roma", ma è sicuramente un ottimo inno, che con la costanza, l'impegno, la dedizione, ma soprattutto con la passione per questo meravigliosa attività, che ogni riga o parola dei tuoi scritti lascia trasparire, si possono raggiungere degli obiettivi universamemente riconosciuti decenti per le persone comuni e pertanto più che gratificanti per il proprio ego, che è poi uno dei motori principali, oltre alla summenzionata passione, che ci porta a praticare uno sport dove anche in condizioni estreme, "la migliore cosa che possa capitarti è che non ti capiti nulla". Grazie... per quella capacità di tradurre in scritto, quelle sensazioni che molti di noi provano e che non riescono a spiegare. Ciao
RispondiEliminaBELLISSIMO POST..
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