Dream onpensieri sconnessi e ad alta voce...
Che lo sport creasse una qualche tipo di dipendenza è cosa nota. Endorfine, chimica e via dicendo... sappiamo già tutto su questo argomento. Forse però c'è dell'altro, almeno nel mio caso.
Correre non è mai stato il fine ma solo un mezzo, un meraviglioso ed a volte faticoso mezzo, per raggiungere qualcosa e, badate bene, questo qualcosa è quasi mai tangibile.
Forse, anzi quasi sicuramente, esistono altri metodi ma correre è ciò che mi riesce più congeniale e farlo mi permette di aprire determinate porte nella mia mente, porte che vengono attraversate spesso dagli stessi pensieri che misteriosamente e puntualmente svaniscono non appena le condizioni mutano.
Sono pensieri sfuggenti e preziosi, scintille create dalla fatica e dalla ostinata voglia di misurarsi con se stessi, quasi un eterno banco di prova dove il martello di un'anima irrequieta ed affamata batte su un fisico mai vinto che colpo dopo colpo si modella nell'arduo compito di inseguire ciò che i sogni rivelano.
Queste scintille, quando arrivano, accendono il fuoco in me permettendomi di vedere ogni cosa in maniera estremamente lucida, chiara e netta. I pensieri a questo punto scorrono veloci ed il correre è solo un qualcosa che avviene in sottofondo, così come il rumore dei passi, mentre la mente viaggia lontano dal corpo e dal tempo.
E' una guida in stato di ebrezza all'interno di noi stessi, cavalcando onde di piacere della durata ignota.
La montagna interviene in maniera diversa e per certi versi contraria... Se la corsa mi fa sentire immenso, invincibile o comunque protagonista, le immense vallate e le cime appuntite e lontanissime riducono il mio ego ad un puntino. La cavalcata trionfante nei parchi cittadini si trasforma qui in un incedere lento e faticoso attraverso boschi e pietraie dove tutto ciò che è materiale si ridimensiona. I pensieri al contrario perdono i loro confini e l'assenza di rumori permette di ascoltare ciò che la montagna sussurra. La bellezza è ovunque e si rimane spesso basiti di fronte alle cose più semplici, che siano colori, profumi o persino la nostra stessa ombra proiettata sulle rocce da un sole stanco e assonnato.
La bellezza è soprattutto nella libertà che luoghi del genere evocano, parlo in particolare della libertà di sognare che troppo spesso dimentichiamo di inseguire e difendere ma che è quanto ci rende più unici e preziosi e quindi eternamente vivi.
E' così dunque che i miei allenamenti lentamente riprendono forma. Se il weekend è dedicato alla montagna ed al lungo (solitamente intorno ai 22 km), durante la settimana sto cercando di incastrare lenti di recupero, medi e ripetute lunghe. L'obiettivo è quello di rimanere vagamente "in tiro" cercando di focalizzare il tutto in vista di una buona 10K di cui sarò, pensate un po' ospite, ma i cui dettagli ve li svelerò in seguito. Se il sogno della pista è momentaneamente in pausa causa incapacità di intendere e volere, ciò non significa che bisogna mandare tutto a carte quarantotto, anche perché accettata "la missione" bisogna cercare di ben figurare.
Nell'attesa dunque che mi prendano altre malattie come l'arrampicata su roccia (ho acquistato il mio primo moschettone ah ah) o peggio ancora lo sci (la cui definizione di principiante è un complimento assai ardito), vi auguro a tutti delle ottime corse!