La panchinaCorrendo di notte lungo il Po
Un Articolo di Paolo "Crazy Horse"
Lo avevo scritto qualche giorno fa, "Un lungo notturno davvero non lo sopporterei" eppure anche in queste piccolezze la vita ci pone di fronte a cambiamenti, continue prove da vivere il più possibile con spirito. Lungo notturno quindi arrivato puntuale, anche se per esigenze "organizzative" dovute un po' alla gara domenicale ed un po' a questa settimana fortunatamente agli sgoccioli.
Settimana atipica dunque, settimana dura. Settimana nella quale ho speso tante energie mentali ed emotive, un pagamento cash potremmo dire, in un'unica soluzione.
Settimana di dicembre che pare avere una strana magia, settimana piena di giorni in cui accadono cose, cose che possono cambiare il corso della vita.
I primi 3 giorni non riesco in nessun modo ad allenarmi. La percepisco come una sonora sconfitta, specie dopo le mie pompose parole scritte nel precedente post ma le energie fisiche sembrano davvero abbandonarmi. Brividi, nausea, giramenti di testa mi fanno da compagni e nulla posso di fronte a questi chiarissimi segnali. Tutto quello che desidero è dormire...spegnere la testa e dormire. Così faccio.
Il giovedì parto male...i giramenti mi accompagnano a lavoro ma fortunatamente dopo il pasto riprendo lentamente quota. Alla sera arrivo inaspettatamente combattivo, tanto che deciderò di affrontare la seduta di qualità (salite) nonostante tutto. Tornato a casa mi sembrava di essere letteralmente rinato!
E veniamo ad oggi. Il lungo andava fatto e non poteva certo essere rimandato al lunedì, inficiando la prossima (incasinatissima) settimana. Così dopo un rapido giro di
primarie facebookiane decido per il giro lungo intorno alla città.
La prima volta che mi avventuro di notte lungo le rive del Po.Tempo di dare un botta di carica all'iPod, doping a base di nutella e poi via nella fredda notte!
Quello che trovo è difficilmente descrivibile...un fiume pieno di se, placido che rifletteva tutte le luci ed i bagliori della notte. Riflessi poetici, riflessi che a loro volta inducevano riflessioni di altro tipo dentro di me. Una corsa per certi versi magica, nel confortevole buio della notte, cavalcando lo scorrere del grande fiume che come un fedele compagno mi scortava passo dopo passo.
E mi scortava in un luogo a me caro, in un luogo dove una panchina è diversa dalle altre e non certo per il suo colore od il suo stato di conservazione.
La incontro ormai in ogni lungo, la degno di uno sguardo e poi via, spesso con rabbia e decisione. Questa notte è stato diverso. Quella panchina era lì, chissà quante vite avrà visto passare, quanti runner sfrecciare davanti a lei, quante lacrime scivolare sul suo freddo legno e quanti innamorati baciarsi per la prima volta. Quella panchina probabilmente potrà raccontare mille storie, ognuna importante, ognuna diversa.
Questa notte quella panchina parlava della mia e mi sussurrava cose mentre le mie gambe carezzavano l'asfalto.
Pochi attimi durati secoli nei quali ho realizzato una semplice cosa...ho realizzato che in fondo, quella panchina, è quanto di meglio mi sia potuto capitare nella mia vita.
Un altro timido sorriso si disegna sul mio volto, lo sguardo fissa il cielo in cerca di sogni e le mie gambe, sicure, continuano ad andare...
Ma la nutella prima del lungo? Chissa quanti runners col mal di fegato avrà visto quella panchina :-D
RispondiEliminaeccaallà... mo' se sposa na panchina... panchinofilo :)
RispondiEliminaluciano er califfo.
Bravo.ben scritto
RispondiEliminaconcordo sulla magia (generale) di queste settimane ;-)
RispondiEliminapoi mi si dice ultimamente che vinci pure le gare...
@Pimpe: a detta del mister alla gara erano tutte pippe (compreso me chiaramente) ah ah ah!!! Mai 'na volta che me da soddisfazione... :D
RispondiElimina@Luciano: Ah ah ah ah!!! Beh, pure oggi uno sguardo malizioso gliel'ho dato... :P