Uno sparo lungo milleduecento metri, un proiettile in maglia rossa e calzoni neri che sfrecciava per le vie del parco...un insieme di sogni e passione, di sudore e fatica, di muscoli e di tendini che a 20 km/h si muovevano nell'aria fresca di un giorno qualunque. Questo ero il 2 settembre.
Mi sbagliavo sul 2x1000, non era l'ultimo allenamento clou in vista del Miglio Ambrosiano.
Era invece il 1200, un colpo singolo, una sola cartuccia da sparare...dare il massimo per milleduecento metri, non cedere di una virgola e rimanere dritti e tosti ad ogni passo, elastici quanto serve, potenti il giusto, muovendo braccia e gambe come una sola cosa mentre il fiato si fa sempre più corto ed i polmoni chiedono e chiedono, sempre più aria, sempre più ossigeno che andrà ad alimentare cuore e muscoli, sempre più pesanti sempre più intossicati di quell'acido lattico che comincia a prodursi, pure tossine che salgono fino al cervello annebbiando la vista, modificando la percezione delle cose mentre tu combatti con mille pensieri che si accavallano in testa "ce la farò", "no, non ce la farò", "sto cedendo", "i 1200 non li raggiungo", "tieni duro", "le braccia mi fanno male"...è un puzzle infinito di sensazioni che ti lasciano stordito e mentre tu pensi e mentre ti dai le mille risposte inutili alle mille domande i metri passano e le gambe corrono, sempre più stanche ma non per questo meno determinate, le braccia iniziano a fare veramente male e le spalle si irrigidiscono, sono gli ultimi metri, quelli più difficili dove denti stretti e cuore non sempre possono fare la differenza, quella che serve e rabbia, intesa come sfida verso se stessi, verso il tuo avversario, verso i propri fantasmi e le proprie paure, rabbia pura che diventa benzina della più pregiata e ti fa riacquistare l'assetto perduto, le braccia ricominciano a mulinare a dovere, alte, poderose e le gambe danno il massimo che possono mentre il cuore batte all'impazzata per raccogliere tutto l'ossigeno presente intorno a te e per farlo circolare il più velocemente possibile dentro ogni fibra del tuo corpo che adesso si mostra in tutta la sua potenza e vigore mentre brucia gli ultimi metri di questo interminabile milleduecento e, si, finalmente ci sei, passi la linea, la stessa bramata per interminabili minuti e, rallentando, ti fermi. I polmoni bruciano, sei quasi "scosso" da quanto è successo, ma guardi quel maledetto cronometro e leggi 3'38''...diamine, ce l'hai veramente fatta...
Era invece il 1200, un colpo singolo, una sola cartuccia da sparare...dare il massimo per milleduecento metri, non cedere di una virgola e rimanere dritti e tosti ad ogni passo, elastici quanto serve, potenti il giusto, muovendo braccia e gambe come una sola cosa mentre il fiato si fa sempre più corto ed i polmoni chiedono e chiedono, sempre più aria, sempre più ossigeno che andrà ad alimentare cuore e muscoli, sempre più pesanti sempre più intossicati di quell'acido lattico che comincia a prodursi, pure tossine che salgono fino al cervello annebbiando la vista, modificando la percezione delle cose mentre tu combatti con mille pensieri che si accavallano in testa "ce la farò", "no, non ce la farò", "sto cedendo", "i 1200 non li raggiungo", "tieni duro", "le braccia mi fanno male"...è un puzzle infinito di sensazioni che ti lasciano stordito e mentre tu pensi e mentre ti dai le mille risposte inutili alle mille domande i metri passano e le gambe corrono, sempre più stanche ma non per questo meno determinate, le braccia iniziano a fare veramente male e le spalle si irrigidiscono, sono gli ultimi metri, quelli più difficili dove denti stretti e cuore non sempre possono fare la differenza, quella che serve e rabbia, intesa come sfida verso se stessi, verso il tuo avversario, verso i propri fantasmi e le proprie paure, rabbia pura che diventa benzina della più pregiata e ti fa riacquistare l'assetto perduto, le braccia ricominciano a mulinare a dovere, alte, poderose e le gambe danno il massimo che possono mentre il cuore batte all'impazzata per raccogliere tutto l'ossigeno presente intorno a te e per farlo circolare il più velocemente possibile dentro ogni fibra del tuo corpo che adesso si mostra in tutta la sua potenza e vigore mentre brucia gli ultimi metri di questo interminabile milleduecento e, si, finalmente ci sei, passi la linea, la stessa bramata per interminabili minuti e, rallentando, ti fermi. I polmoni bruciano, sei quasi "scosso" da quanto è successo, ma guardi quel maledetto cronometro e leggi 3'38''...diamine, ce l'hai veramente fatta...
1200 in 3'38'' (1'29'' + 1'33'' + 36'') - media di 3'02''/km
recupero 10', poi 5x400 con rec. 2'
400 in 1'10'' (34'' + 36'') - media di 2'55''/km
400 in 1'08'' (33'' + 35'') - media di 2'50''/km
400 in 1'12'' (35'' + 37'') - media di 3'/km
400 in 1'10'' (34'' + 36'') - media di 2'55''/km
400 in 1'13'' (35'' + 38'') - media di 3'03''/km
pant, pant...
RispondiEliminasolo a leggere me so' straccato...
luciano er califfo.
Pur'io! Mo mi vado a fare una pennica rigenerante.
RispondiEliminaWOW
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