Bum Bum Runnerarrampicata for dummies...
Lunedì sera, prima seduta di arrampicata. Infida, come tutte le cose che ammiccando attirano e stuzzicano la voglia di mettere alla prova la mia fibra, quella maledetta parete da quinto grado proprio non ne voleva sapere di lasciarmi passare indenne dalla sua nervosa superficie! Così, cocciuto come uno stambecco di mare, con tendini provati e muscoli delle braccia allo strenuo delle forze, il piede mollò!
La mano sinistra in un ancestrale istinto di sopravvivenza decise che non era il caso di mollare la presa, si sa, d'altronde da 20 cm di altezza dal suolo si rischia grosso, e così la torsione del busto, inevitabile e guidata per di più dalle pesanti gambe da runner che mi ritrovo, avvenne in tutta la sua prepotenza!
Stac, stac, stac!
Questo a quanto pare è il rumore di cartilagini che si sfaldano e di muscoli che si stirano e questo è stato esattamente il rumore che ho sentito provenire dalla mia schiena quel dì.
Questo a quanto pare è il rumore di cartilagini che si sfaldano e di muscoli che si stirano e questo è stato esattamente il rumore che ho sentito provenire dalla mia schiena quel dì.
Les jeux sont faits runner!
Tabba saltata in aria come fosse un eco-mostro sulla costiera amalfitana, ganasce alle gambe (o quasi) e antinfiammatori e miorilassanti come se piovesse.Se la corsa è assolutamente interdetta per dolori ai limiti dell'ignoto (dormo da 5 giorni sempre e solo dal lato sinistro...), il lento camminare con 15 kg sulla schiena a quanto pare riesce ancora bene. Misteri della biomeccanica.
Decisamente in forse la mia presenza all'Un Po di Corsa a questo punto con l'unica promessa che se i dolori passano il cartellino vengo a timbrarlo comunque, anche con due settimane di tabba e allenamenti saltati. Della serie, sarò carcassa ma non mollo.
Fronte montagna ora viene il bello direbbero alcuni! Eh già perché la neve toglierà pure i colori ma ciò che la matita del freddo artista sa creare è sicuramente parente alla magia. Tutto si copre, sassi e sentieri scompaiono, il sottobosco si nasconde e gli alberi indossano il pesante vestito bianco per non sfigurare alla bellezza che cade dal cielo. Davanti a noi è possibile vedere un paesaggio vergine, un'enorme tela bianca da colorare con l'audacia del nostro sguardo.
Ricordo ancora l'epico giorno in cui nevicò a Lecce, era il marzo del 1987 ed avevo neanche 6 anni. Quei giorni ero ammalato (si, la fortuna è sempre stata vagamente dalla mia parte!) e mi era proibito uscire fuori sul balcone! Non ricordo bene chi, se mio zio o qualche mio fratello, fatto sta che uno di loro prese quel camioncino di plastica con cui stavo giocando (motrice blu, cassone giallo e ruote bianche, lo ricordo perfettamente), lo riempì di neve e me lo porse. Beh quello è stato il mio primo contatto con la neve e per pochi minuti quel camioncino diventò la mia montagna innevata. Strano come certi ricordi rimangano indelebili nella memoria, forse perché chiave, quasi fossero svolte nette sul percorso che ognuno di noi affronta.
Ed ora eccomi la, dopo oltre 27 anni da quel momento magico (e storico per la mia città), eccomi in piedi sopra quel cumulo di neve, con lo stesso sorriso di allora e non meno sogni da realizzare.
Keep running guys!
Decisamente in forse la mia presenza all'Un Po di Corsa a questo punto con l'unica promessa che se i dolori passano il cartellino vengo a timbrarlo comunque, anche con due settimane di tabba e allenamenti saltati. Della serie, sarò carcassa ma non mollo.
Fronte montagna ora viene il bello direbbero alcuni! Eh già perché la neve toglierà pure i colori ma ciò che la matita del freddo artista sa creare è sicuramente parente alla magia. Tutto si copre, sassi e sentieri scompaiono, il sottobosco si nasconde e gli alberi indossano il pesante vestito bianco per non sfigurare alla bellezza che cade dal cielo. Davanti a noi è possibile vedere un paesaggio vergine, un'enorme tela bianca da colorare con l'audacia del nostro sguardo.
Ricordo ancora l'epico giorno in cui nevicò a Lecce, era il marzo del 1987 ed avevo neanche 6 anni. Quei giorni ero ammalato (si, la fortuna è sempre stata vagamente dalla mia parte!) e mi era proibito uscire fuori sul balcone! Non ricordo bene chi, se mio zio o qualche mio fratello, fatto sta che uno di loro prese quel camioncino di plastica con cui stavo giocando (motrice blu, cassone giallo e ruote bianche, lo ricordo perfettamente), lo riempì di neve e me lo porse. Beh quello è stato il mio primo contatto con la neve e per pochi minuti quel camioncino diventò la mia montagna innevata. Strano come certi ricordi rimangano indelebili nella memoria, forse perché chiave, quasi fossero svolte nette sul percorso che ognuno di noi affronta.
Ed ora eccomi la, dopo oltre 27 anni da quel momento magico (e storico per la mia città), eccomi in piedi sopra quel cumulo di neve, con lo stesso sorriso di allora e non meno sogni da realizzare.
Keep running guys!
nella foto: 1943, recluta italiana in fuga dal fronte russo, ihihih!
RispondiEliminaAvevo anche la fiaschetta di Genepy bella carica... ahaha!
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