Un Po di Corsa5a edizione della classica targata Base Running
Eh già, eccomi qui a calpestare quel tappeto rosso, eccomi a pochi passi dall'arrivo di una gara che fino ad un'ora prima nemmeno credevo potessi correre...
Quindici infatti i giorni di "fermo macchina" dovuti allo stiramento di un qualche muscolo causato dalla mia maldestra arrampicata in palestra alla quale si aggiungono le diverse ore passate in montagna il giorno prima e un mal di gola infame che da venerdì staziona in me. Ma correre sembrava proprio che riuscissi a farlo e così, complice "l'obbligo" di accompagnare un mio amico alla gara ho deciso quella mattina di aprire il cassetto e afferrare quella maglietta rossa.
Certe decisioni arrivano un po' così. Non so cosa mi spinga a fare determinate azioni ma trovo nello sforzo fisico una certa riabilitazione morale, trovo nel resistere alla fatica, nel non arrendersi, una certa condizione di vivere, quasi un richiamo al passato a ciò che di animale rimane in noi. Per me è un po' tutto collegato e così come corro così affronto il resto della mia vita o almeno ci provo. Non sono certo uno di quelli veloci e nonostante alcuni grandi sogni non ho forti ambizioni, almeno per come le si intendono al giorno d'oggi (esasperate e vuote di sostanza) e le poche volte che mi è capitato di salire su un podio ero quasi in imbarazzo. Corro forse per non dimenticare mai il dolore e la fatica e la lealtà che bisogna impiegare per ottenere qualcosa di vero, di tangibile, di fortemente voluto.
Ed eccomi quindi lì davanti, mani al cielo ed uno sguardo rivolto verso il cielo, forse per dire un "finalmente è finita" o forse altro, molto altro...
38 minuti indietro partivo senza nemmeno troppa convinzione e la foto scattata lo dimostra senza troppi dubbi di interpretazione... la mia espressione potrebbe riassumersi in un glorioso: "BAH!".
Poi però quel qualcosa di indefinito continua imperterrito a solleticare il mio animo, quella vena battagliera dal colore rosso fuoco mi incendia, il ritmo pian piano sale ed ecco che in breve mi ritrovo a correre al mio limite inseguendo la testa della corsa.
L'affanno arriva presto e mi sarei meravigliato del contrario ma è in quello stato di equilibrio alla fatica che torno ad essere libero. Il dolore al fianco c'è ma è sopportabile, dopotutto mi fa sentire vivo ed è tutto quello di cui ho bisogno adesso.
Il percorso lo conosco curva dopo curva, percorso bello, bellissimo, perché accarezza il Po su entrambi i lati, perché si attraversano ponti monumentali, perché ci si immerge in un parco meraviglioso dove gli odori, la natura e la gente comune che passeggia fanno da contorno al nostro affannoso ed ostinato incedere.
Era da tanto che non facevo una gara così, spensierata ma convinta, era davvero da tanto.
Quante volte ho corso lungo quel marciapiede con alle spalle il ponte Isabella, quante volte immerso nei miei pensieri puntando il monte dei Cappuccini come meta del mio viaggio.
Gli ultimi chilometri scivolano via affiancato da un altro runner che al bivio tra le due gare imboccherà deciso la 21 km... è per questi brevi momenti che lo Sport, quello vero, ha senso di essere vissuto, momenti in cui all'atto di separarsi ci si saluta facendosi un caloroso "in bocca al lupo", salutandosi come dei commilitoni. Il saluto è sincero perché in fondo anche se per pochi minuti, si è condivisa fatica, lealtà e sudore, unici ingredienti che spazzano dall'animo umano qualsiasi impurità.
E' con questo spirito che prendo la deviazione per il traguardo dei 10 km imboccando lo stretto corridoio che salendo porta al sopra-passo pedonale. Sono un treno in corsa ed i volontari avvisano la gente comune di spostarsi... il cervello è fuori uso, la stanchezza è davvero tanta ma dietro non ho nessuno che possa sfidare la mia posizione e così mantengo la velocità di crociera spingendo sul gas solo negli ultimi 200 metri... un giusto arrivo per una gara alla quale non potevo chiedere di più... sento scandire il mio nome, le mani salgono al cielo e dentro di me cresce la convinzione di aver offerto, anche se solo per pochi istanti, la parte migliore di me.
E' con questo spirito che prendo la deviazione per il traguardo dei 10 km imboccando lo stretto corridoio che salendo porta al sopra-passo pedonale. Sono un treno in corsa ed i volontari avvisano la gente comune di spostarsi... il cervello è fuori uso, la stanchezza è davvero tanta ma dietro non ho nessuno che possa sfidare la mia posizione e così mantengo la velocità di crociera spingendo sul gas solo negli ultimi 200 metri... un giusto arrivo per una gara alla quale non potevo chiedere di più... sento scandire il mio nome, le mani salgono al cielo e dentro di me cresce la convinzione di aver offerto, anche se solo per pochi istanti, la parte migliore di me.
Bravo ragazzo!
RispondiEliminaE bel post,... mi è piaciuto davvero molto!
Grazie Frank... :-)
RispondiEliminacomplimenti per la prestazione e auguri per un felice 2015
RispondiEliminaps
ti ho scritto un Dm su twitter
Ciao e buona corsa per domenica a Nizza. Ho saputo da Kalenji la lista dei blogger presenti e ho visto che ci sarai anche tu. Dalla Francia ci sara' un mio amico, Philippe Albinet, se lo incontri lui ti salutera da parte mia.
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