Like a stonepensieri d'Autunno
Incatenato nel mio carattere, non certo dei migliori, mi sembra sempre più spesso di rimanere fermo come una roccia mentre un po' tutto intorno a me cambia, si modifica e nel bene o nel male si evolve. Carattere che credevo tutto sommato docile, socievole e che invece giorno dopo giorno scopro duro, aspro e sempre più chiuso, quasi che questo modo di fare serva a proteggere me stesso da qualcosa o qualcuno.
Inutile dire che tutto ciò si riversa prepotentemente in ambito sportivo. Niente più pista dunque e niente più allenamenti califfici... mentalmente troppo provanti e che richiedono determinatezza e lucidità e non posso certo sprecare il tempo degli amici con promesse che so di non poter mantenere. Un grande rammarico in cuor mio.
Al contrario, le lunghe sgroppate mi hanno accolto come un viandante smarrito e appena ne ho occasione ecco che parto da casa alla ricerca di nuovi percorsi, sempre più lunghi, alla ricerca di posti da raggiungere sempre più lontani, fin quando le gambe reggono. E' un po' come tornare agli inizi, quando correvo per il solo gusto di farlo, senza alcun obiettivo e senza nemmeno sapere se ciò che stavo facendo servisse a migliorarmi.
Ed ecco allora che i chilometri da 16 diventano 20 e poi 23, spingendo fin quando ce n'è, correndo per una Torino magica, ricca di scorci meravigliosi dove perdersi e dove sognare ad occhi aperti sono un obbligo irrinunciabile.
E' strano ad esempio come la salita al Monte dei Cappuccini sia diventata per me una meta particolarmente sentita. Arrivo solitamente dopo 10 km o più e lo strappo in salita mi toglie sempre tutto il fiato che ho in corpo. Ma le cose belle meritano sempre un po' di sacrificio e una volta in cima rimango sempre estasiato dalla vista... è come se in quei pochi minuti di pausa fossi emerso da tutto ciò che ancora non va e che si trova la sotto, minuti in cui sentire il respiro che da affannoso diventa nuovamente calmo, in cui il sudore cola copioso dalla fronte, minuti in cui ripetersi "andrà bene".
Ma il tempo è spietato e non attende mai nessuno, specie chi pavidamente questo tempo vorrebbe riavvolgerlo. E' per questo che poi ci vuole sempre un filo di coraggio per staccare le mani dalla balaustra di pietra, voltare lo sguardo e reimmergersi nella vita. Ci vuole coraggio ma è l'unica opzione che i giganti di pietra hanno per affrontare un nuovo inverno ed io, in parte, mi sento uno di loro.